COS'E' LA CARIELa carie dentale (dal latino cariosus "decadente, marcio") è una malattia degenerativa dei tessuti duri del dente (smalto, dentina), che origina dalla superficie e procede in profondità fino alla polpa del dente.
I tessuti molli non sono interessati: pulpiti e ascessi dentali (in passato la carie penetrante) non sono forme di carie, quanto piuttosto complicanze.
La carie si sviluppa dai batteri che vivono e convivono nella bocca di ogni individuo come normali commensali e che non possono essere eliminati in quanto forieri di numerosi effetti positivi: basti pensare solo alla competitività con specie altrimenti patogene. Il nostro organismo ha evoluto fini equilibri con alcune specie batteriche, tanto che in condizioni fisiologiche la loro presenza non comporta danni come accade invece in altre regioni dell'organismo.
Tuttavia alcune situazioni possono alterare questi delicati equilibri slatentizzando il potenziale patogeno dei batteri commensali del cavo orale e favorendo così l'insorgenza della carie. La carie pertanto è una patologia infettiva di tipo opportunista: in essa, per il mutarsi delle condizioni, batteri normalmente non nocivi provocano dei danni.
SEDI MAGGIORMENTE CARIORECETTIVE
Solchi, fessure e fossette: strutture che caratterizzano la morfologia dentale e che in base alla loro anatomia (più o meno pronunciata) possono essere di difficile detersione.DIAGNOSILa prima diagnosi si effettua durante l’esame clinico alla poltrona con un semplice specchietto e uno specillo. Per le zone dubbie si ricorre ad un esame radiologico attraverso radiografie chiamate bite-wing.
PREVENZIONEUna diagnosi precoce è la base di una efficace profilassi delle lesioni cariose. Accanto ad essa assume sempre più valore il ruolo della sigillatura dei solchi e delle fossette fisiologiche e/o di un’eventuale ameloplastica preventiva.
COSA AUMENTA IL RISCHIO DI CARIE
Le alterazioni del flusso salivare nella quantità (la media è di 1000 ml al giorno) e nella qualità (ph, alterazione delle concentrazioni dei componenti della saliva). La saliva combatte la carie tamponando l'acidità della bocca e ha funzione sia microbicida che immunitaria;La frequente assunzione di zuccheri mantiene un pH della bocca acido determinando una demineralizzazione continua.
È opportuno lavare i denti mezz'ora dopo mangiato: a ridosso del pasto il PH della bocca non è ottimale e lo smalto più sensibile. Una volta instaurato il processo carioso (ossia la formazione di una cavità prima nello spessore dello smalto e poi della dentina), la lesione procede inevitabilmente fino ad arrivare alla polpa del dente che non possiede capacità riparative.
FLORA CARIOGENALa specie più cariogena presente nel cavo orale è lo Streptococco mutans che dal glucosio (componente dei residui alimentari che restano in bocca dopo un pasto), sintetizza acido lattico andando a sciogliere i tessuti duri del dente (l‘idrossiopatite dello smalto).
I lattobacilli L. casei ed L. fermentum presenti nella cavità orale, sono l’altra classe sospettata di cariogenicità. Le loro caratteristiche sono più o meno le stesse dello S. Mutans con la differenza riscontrabile in un’adesione più debole. I lattobacilli accumulati nella placca promuovono con gli streptococchi la sintesi di acido lattico, così il pH scende sotto la soglia critica per lo smalto (fissata a 5,5) dando inizio al processo di demineralizzazione.
FATTORI PREDISPONENTI ALLA CARIE
Scarsa igiene orale.
Il trattamento dell’odontoiatra raggiunge il suo scopo quando il paziente impara a conservare la sua salute orale residua e non quando l’operatore realizza dei restauri tecnicamente perfetti.