PROCEDURE E FASI DELL'INTERVENTOLa rapida procedura d’inserimento degli impianti è resa assolutamente indolore grazie all’anestesia locale: il paziente avvertirà solo la manualità dell’operatore.
Una piccola incisione gengivale permetterà l’esposizione della zona di osso dove, con apposite frese si creerà la sede adatta ad accogliere l’impianto scelto. Dopo l’inserimento, la gengiva verrà richiusa tramite punti di sutura. Seguirà il tempo di attesa necessario affiinchè l’impianto si integri con l’osso (in genere variabile da 2 a 9 mesi).
Terminato questo periodo, con un po’ di anestesia locale verrà applicata alla testa dell’impianto una piccola vite (o pilastro) di guarigione che affiorerà a livello della gengiva. Quando la mucosa sarà guarita si potrà procedere alla fase successiva: fissare il manufatto protesico all’impianto.
In sede diagnostica e sulla base della singola situazione orale, il chirurgo valuterà la possibilità di fissare il pilastro di guarigione direttamente nella seduta di inserimento implantare.
Trascorso il tempo necessario all’osteointegrazione, si procederà alla fase protesica. Casi selezionati definiti a “carico immediato”, prevedono il posizionamento di una protesi fissa provvisoria nella stessa seduta o qualche giorno dopo la fase chirurgica.
RIGETTO VERSUS FALLIMENTO IMPLANTARE
Il termine “rigetto” (spesso confuso con “fallimento”) è in realtà un’accezione impropria in ambito implantologico: il titanio è un materiale inerte ed assolutamente compatibile dal punto di vista biologico. Si può invece verificare il cosiddetto “fallimento implantare immediato”, se nel periodo di attesa successivo all’inserimento non si realizza l’osteointegrazione.
Un’eventualità rara (in letteratura i casi di insuccesso rientrano nell’ordine del 2-3%) e che non pregiudica la possibilità di posizionare un nuovo impianto subito o a guarigione avvenuta (2-3 mesi).
Il “fallimento a medio-lungo termine” è invece imputabile ad uno scorretto mantenimento dell’impianto: un’igiene scrupolosa, 3 visite e una radiografia di controllo almeno nel primo anno sono i protocolli necessari per mantenere la salute dei siti operati.
L’impianto è una radice artificiale che viene inserita nell’osso, allo scopo di sostituire uno o più denti irrimediabilmente persi, senza sacrificare elementi sani (come avviene nei ponti).
In questo modo l’impianto costituirà il sostegno per la parte protesica (una corona singola oppure una protesi fissa o mobile, completa o parziale), restituendo al paziente non solo il valore estetico ma soprattutto l’equilibrio funzionale degli elementi.
COME E' FATTO UN IMPIANTO?Gli impianti sono composti quasi completamente da titanio (materiale con biocompatibilità pressoché totale con i tessuti del nostro organismo).
Attualmente le più utilizzati sono le viti endossee in titanio, riservando gli impianti a lama e ad ago a casi meno comuni.
QUAL'E' IL PAZIENTE IDEALE?In generale qualsiasi persona in buone condizioni di salute generale ed orale, può sottoporsi ad implantologia (senza limiti d’età), purché l’osso sia qualitativamente e quantitativamente ritenuto valido a contenere e mantenere l’impianto.
LIMITIControindicazioni relative e/o assolute all’inserimento degli impianti riguardano fattori locali e condizioni di salute del paziente come:
QUANDO MANCA L'OSSO
Esistono casi in cui l'osso è stato riassorbito nel corso degli anni o per processi infettivi: in queste situazioni è possibile, attraverso tecniche di rigenerazione ossea, sostituire comunque i denti mancanti avvalendosi degli impianti.
Potrà essere necessario rigenerare l'osso con membrane oppure prelevarlo da zone circostanti e posizionarlo nella sede prevista per gli impianti.
Nelle zone superiori posteriori si può rigenerare osso attraverso il “rialzo di seno mascellare”. Durante la visita verranno spiegate dettagliatamente le tecniche più appropriate al vostro caso.
PRIMA DELL'INTERVENTOSulla base del singolo caso clinico, lo specialista può richiedere al paziente i seguenti esami:
La terapia antibiotica è sempre necessaria, a scopo cautelativo, per proteggere il paziente da eventuali infezioni batteriche legate all’intervento ed al decorso post-operatorio. Va seguita scrupolosamente come prescritto dall’odontoiatra, senza riduzione nel numero di compresse, o nella durata di assunzione (anche in assenza di dolore, gonfiore, febbre).